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Twitter, dinamiche editoriali, narrazioni tossiche ... @akaOnir intervista Wu Ming 1




Parco della Montagnola, Bologna
16 Giugno 2011

In principio doveva essere un botta e risposta via mail. «Massima disponibilità, inviaci pure le domande» twittava @wu_ming_foundt pochi minuti dopo la mia richiesta di intervistare il Collettivo a prezioso corredo della mia tesi. Il cospicuo e colpevole ritardo nella consegna delle questioni e la copiosità delle stesse, ha cambiato però, inevitabilmente, le carte in tavola. Wu Ming 1: «Guarda Francesco, te lo dico chiaramente, senza girarci intorno: per come siamo messi ora, è impossibile che chiunque di noi trovi entro breve il tempo di rispondere per iscritto a domande così articolate, e soprattutto numerose. La risposta per iscritto divorerebbe ore e ore, che al momento nessuno di noi ha. Forse ha più senso che in uno dei prossimi giorni tu faccia un salto rapido a Bologna, facciamo una chiacchierata di un paio d'ore, prendi appunti e poi li usi come ti pare. Puoi anche registrare, ma poi ti toccherebbe pure trascrivere, altro compito divora-tempo. Ps: il pezzo su #AaAm che ci hai inviato è *molto buono*». Detto fatto. Ho preso il treno, ho fatto le mie domande e ho registrato. Ho «alzato il culo dalla sedia» per dirla alla Wu Ming, facendo convergere rete e strada. E come vaticinato, lo sbobinamento della registrazione ha divorato tempo prezioso che sarebbe servito a tappare alcune falle della tesi. Pazienza, ne è valsa la pena: la serie di risposte date da Wu Ming 1 toccano punti nevralgici, confermano e approfondiscono molte mie impressioni, ne confutano delle altre suggerendo nuovi punti di vista, rigorosamente sghembi. Si parte da Twitter per arrivare a parlare di dinamiche editoriali, politiche di movimento, narrazioni tossiche.

Nervi #Saldi in Val Susa: esempio virtuoso di hashtag dirottato

Della "rilevanza" imposta e di altre storture: Eli Pariser sulle "gabbie di filtri" che uccidono la rete


La misteriosa scomparsa nei Trendings Topics di Twitter dello hashtag #notav e il conseguente riuscitissimo dirottamento di #saldi, hanno palesato le storture dell'algoritmo dei TT e al contempo generato un fecondo parziale boicotaggio di tale logica distorta. Quanto avvenuto si riallaccia a riflessioni di più ampio respiro sul ruolo degl'algoritmi che filtrano i contenuti in rete. Nel video sopra postato, Eli Pariser - non menzionando Twitter e l'algoritmo "scemo" che governa i TT bensì analizzando i casi ben diversi di Google e Facebook - ci parla delle "gabbie di filtri" create da selezioni algoritmiche accomodanti che tendono ad appiattire i contenuti secondo un criterio di rilevanza imposto, tale da alterare la libera navigazione e tradire l'essenza stessa del web. Percorsi personalizzati, sartoriali, cuciti a misura d'utente: la cosa suona bene ma nasconde rischi sui cui è doveroso fermarsi a riflettere.